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ASCOLI PICENO – E’ arrivato puntuale così come stabilito. Alle 16.30 di venerdì l’auto con davanti gli avvocati Biscotti e Gentile e dietro tra i vetri oscurati Salvatore Parolisi, si è presentata davanti al Tribunale di Ascoli, ha fatto il giro dello stabile nel tentativo di depistare, senza riuscirci, i numerosissimi cameramen, fotografi e giornalisti, poi si è riportata davanti all’ingresso principale. L’indagato per l’assassinio di sua moglie Melania Rea è sceso senza troppe esitazioni pur se teso in volto, ha salito le scale ed è entrato senza dire nulla. Nel frattempo molti curiosi si erano radunati davanti al Tribunale. Qualcuno grida “assassino”. Qualcun’altro invece commenta: “aspettiamo per vedere come va a finire, sono altri che devono stabilire come sono andate le cose”.

Parolisi ora è in Procura dove è stato chiuso l’accesso ai non addetti. Sarà interrogato dai Pm Monti e Picardi alla presenza anche dei Carabinieri che hanno seguito le indagini, arrivati poco prima.

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 18.30 Salvatore Parolisi si è avvalso della facoltà di non rispondere, come la legge consente di fare agli indagati. Dopo due ore di interrogatorio, il marito della povera Melania Rea è uscito dalla Procura, senza dire nulla. L’avvocato Biscotti ha rilasciato una breve dichiarazione ai giornalisti: “Dopo aver risposto sempre in questi mesi ai vari colloqui investigativi, ora il nostro assistito ha scelto di usare uno strumento tecnico per la sua difesa, che è il non rispondere” (Guarda tutta l’intervista).

Si tratta ora di capire se la difesa ritratterà i contenuti delle precedenti audizioni, di fatto rendendoli vani ai fini processuali, oppure se deciderà di confermarli. Le parole dell’avvocato Biscotti non risolvono questo dubbio: “Salvatore ha già risposto ad oltre 40 ore di domande. Rispondere oggi significherebbe ripetere quanto già detto”.

Il caporal maggiore dell’esercito è uscito dal retro del Tribunale ed è salito sull’auto insieme agli avvocati per lasciare Ascoli (Guarda il Video).

“Ha usato uno strumento che è nei suoi diritti” – si è limitato invece a commentare il Colonnello dei Carabinieri Alessandro Patrizio, che ha partecipato anch’esso all’interrogatorio. Per il resto nessuna indiscrezione finora trapelata. Quella dell’avvalersi della facoltà di non rispondere era una scelta molto plausibile alla vigilia dell’incontro. L’unica cosa strana sono le oltre due ore trascorse dall’indagato e dai suoi avvocati all’interno del Tribunale, forse troppe per le semplici formalità. Intanto si fa sempre più probabile l’ipotesi che i fascicoli dell’indagine passeranno a breve al Tribunale di Teramo per competenza territoriale.


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