Dal N. 920, del 28 maggio 2012, del settimanale Riviera Oggi.
ASCOLI PICENO – “Contro un fisco oppressivo e una politica incapace di agire per il bene del paese. Contro le nuove tasse di Monti e a favore di riforme liberali, lo Stato faccia un passo indietro dalle nostre vite”. Un leit-motiv dirompente e che non lascia spazio a malintesi, ma che pretende chiarezza e “equità”, quella vera e non quella del governo dei Tecnici.
A due anni esatti dalla nascita del movimento Tea Party Italia (nato a Prato il 20 maggio del 2010) il suo ingresso ufficiale nelle Marche, con l’inaugurazione della sezione di Ascoli Piceno. Il suo battesimo del fuoco nella città delle cento torri è stato sugellato dall’evento che ha avuto luogo al Chiostro di San Francesco, all’interno della Sala Cola d’amatrice in piazza delle Erbe ad Ascoli, sabato 19 maggio scorso. Tra i relatori d’eccezione c’erano: Il noto imprenditore Leo Bollettini, David Mazzerelli (coordinatore nazionale di Tea Party Italia), Mirko Petracci, Andrea Fiamma, Giulio Natali (Consigliere Regionale Pdl) e Fabrizio Cipollini, esponente di Tea Party Italia e moderatore del simposio. Tra gli ospiti d’onore anche Davide Giacalone, editorialista de “L’Opinione”, illustre firma del quotidiano “Libero”, commentatore dell’emittente radiofonica RTL 102.5 e autore di numerosi libri, tra cui l’ultimo suo capolavoro “L’uomo del Colle”.
Il movimento si ispira alle storiche gesta dei coloni americani che lottarono duramente contro l’oppressione fiscale, ingaggiata dal Governo britannico. Emblematica fu la forma di protesta di alcuni giovani americani, appartenenti al gruppo patriottico “Sons of Liberty”, che il 16 dicembre del 1773, nel porto di Boston, si travestirono da indiani e, armati di asce, salirono a bordo delle navi inglesi gettando dai ponti dei bastimenti tutte le casse di tè che trovarono.
Il Tea Party Italia nasce sulla scia dell’esperienza e dell’esempio del “Tea Party Movement Statunitense” che riunisce, sotto le bandiere della lotta al big government e alla socializzazione della società, milioni di persone ogni anno. Allo stesso modo propone in Italia una forma di manifestazione che va contro l’eccessiva pressione fiscale, promuovendo la libertà di mercato. Un movimento apartitico, aperto a tutti, anche a coloro i quali sono già investiti da responsabilità istituzionali a vari livelli, e a cui tutti possono aderire senza distinzione di età, estrazione sociale e orientamento politico, ma che siano “friends of freedom”, ovvero amici della libertà.
Numerosi gli interventi degli ospiti in sala, tra cui quello dell’imprenditore Leo Bollettini, Andrea Fiamma, Fabrizio Cipollini che successivamente apre il dibattito con gli invitati. L’evento, inoltre, è stato caratterizzato dall’intervento dello scrittore Davide Giacalone che ha presentato il suo ultimo libro “L’uomo del Colle”. Un’analisi puntuale sull’operato degli inquilini del Quirinale che, nel tempo,hanno sovvertito i propri doveri istiuzionali e costituzionali, sconfinando in un protagonismo politico alquanto incompatibile con il proprio mandato di garanti dell’unità nazionale. L’Italia, un tempo una Repubblica Parlamentare, si sta trasformando, sempre di più, in una Repubblica Presidenziale; e Giorgio Napolitano, raffigurato sulla copertina del libro di Davide Giacalone, rappresenta proprio l’ultima espressione di questo cambiamento.
Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.
Ma siamo sicuri che si tratti realmente di un movimento apolitico aperto a tutti!?
Dalle argomentazioni riportate da questo articolo mi sembra che tale movimento strizzo l’occhio a persone deluse appartenenti al centrodestra, fosse mica una trovata per riciclare un PdL sotto altre sembianze, io nel dubbio resto a guardare!
Hai capito tutto. Le persone intervenute d’altronde sono di quell’area…
Se così fosse, sarebbe veramente qualcosa di interessante.
Il cosiddetto “Boston Tea Party” (lett. “Ricevimento del tè di Boston”) fu un atto di protesta da parte dei coloni della costa atlantica del Nord America diretta contro il governo britannico, in relazione alle loro recenti leggi sulla tassazione[quali coloni, i contrabbandieri o i semplici consumatori?], con la quale vennero distrutte molte ceste di tè. Si svolse giovedì 16 dicembre 1773 nel porto di Boston e fu vista da molti come la scintilla che fece iniziare la rivoluzione americana.
Ma in Italia… le rivoluzioni non piacciono… noi siamo il paese dell’inciucio all’insegna del volemose be!
Il cambio di casacca o la ritinteggiatura delle stanze non mi sembrano grandi rivoluzioni! se prendo una scatola di tonno e ci scrivo alici sempre tonno è!
A parte la retorica, il fatto che qualcuno del centrodestra non si ritrovi più nel Pdl e quindi nel Berlusconismo mi sembra già un passo avanti!