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ASCOLI PICENO – “Renzi ad Ascoli? Un incontro positivo, se poi pensiamo che la sua segreteria ci ha avvisato soltanto 48 ore prima della possibilità che venisse in città, e che in due giorni siamo riusciti a raggiungere i 500 presenti, non possiamo lamentarci”: Mauro Pesarini, consigliere comunale del Partito Democratico, è il coordinatore del gruppo “Matteo Renzi. Adesso!” per le primarie nazionali del Pd, a sostegno ovviamente del sindaco di Firenze.

“Vero, la fiducia nei partiti è al minimo storico, ma la grande affluenza e l’entusiasmo per Renzi fanno pensare ad una politica diversa. Non solo nella forma, anche se è vero che Renzi utilizza una comunicazione innovativa ad esempio coi video: questa è importante per far arrivare il messaggio” continua.

E c’è chi critica proprio questo passaggio: molto fumo, e l’arrosto? “Renzi è un sindaco di una grande città, una persona concreta: per questo quando parla di asili nido, lavoro, donne, disoccupazione, non sono argomenti astratti ma temi che lui affronta ogni giorno. E questo è percepito”.

Non rischia, quella tra Renzi e Bersani, di essere una sfida solo sulle “facce”, o sull’età, e non sui contenuti?
“Innanzitutto chiariamo che queste sono le prime vere primarie del Pd, perché con Prodi e Veltroni i giochi erano fatti fin da subito. Innanzitutto mettere la faccia è già importante, perché serve a rompere schemi ripetitivi. E poi comunque parliamo di persone che sono all’interno dello stesso partito, condividono tutti gli elementi di base, e si possono differenziare per qualche aspetto, ma non per quelli identitari propri del Partito Democratico”.

Azzardiamo: ad Ascoli era presente il sindaco Castelli, molti assessori e consiglieri comunali. Ma non è che Renzi piace più al Pdl che agli elettori del Pd?
“I messaggi sono validi e il fatto che ci siano ex elettori del Pdl che li apprezzino sta a significare che siamo in grado di parlare a persone deluse dal Pdl e dalle vaghe promesse di Berlusconi. Questo non significa riproporre i temi berlusconiani: quel governo ha fallito, tanto da rendere necessario l’arrivo dei tecnici. Ma guai a pensare che gli ex elettori del Pdl non abbiano il diritto di interessarsi alle vicende del Pd”.

Ma quali sarebbero le differenze tra Renzi e Bersani? Non saranno soltanto anagrafiche…
“Quella del ricambio generazionale resta una priorità. Ma ci sono regole interne del Pd che sono ben scritte, ma mal applicate. Parliamo della regola dei tre mandati come limite massimo (salvo alcune eccezioni) e invece nel partito abbiamo anche chi è in Parlamento da 30 anni… E poi chi ha guidato il partito fino ad ora, vuole prendersi qualche responsabilità per la situazione in cui siamo? Renzi su questo è affidabile, ha già scritto un programma ed è nato un gruppo su Facebook a suo sostegno con oltre 60 adesioni. Vogliamo dare spazio ai giovani, come d’altronde sta già facendo lui col suo staff”.

Renzi avrà continuità rispetto al governo Monti?
“Bisogna lottare per ridurre gli sprechi. Se guardiamo alla riforma delle pensioni, sicuramente rischia di essere stata eccessiva anche se in parte era inevitabile: certo però è che non possiamo imporla ai cittadini se pensiamo che dall’altra parte abbiamo politici che, magari, se ne incassano tre diverse ogni mese”.


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