ASCOLI PICENO – Come va il commercio nel Natale dell’Austerità? Malino, purtroppo, a voler essere magnanimi. Malissimo, forse, se le festività non daranno una accelerata che purtroppo Imu, disoccupazione e carenza di liquidità non sembrano incoraggiare.
“Ci difendiamo – prova a vedere il bicchiere mezzo pieno Donatella Mercuri, del negozio Dodo Abbigliamento, in pieno centro – Può darsi che nei prossimi giorni si recuperi ma ovviamente non siamo più al Natale di tre anni fa, quando qui dovevamo lavorare in cinque per l’afflusso della clientela. Adesso siamo in tre e siamo più che sufficienti”. Tra le cause, Donatella vede “sicuramente la crisi e la paura di spendere della gente, più che i centri commerciali che a noi non danno fastidio. Teniamo duro”. Riguardo le iniziative del Comune, si limita a dire che “gli addobbi sono molto attraenti, spero anche che si riesca ad attrarre un po’ di gente”.
Poco distante, all’ottica Punto di Vista, il titolare Diego Scasciafrate parla “del peggior Natale da quando siamo in questo negozio, ovvero dal 2004: forse il giro d’affari si è dimezzato”. “Purtroppo le tredicesime, chi ce l’ha, le ha spese per le tasse. Il Comune – continua – dovrebbe intervenire almeno in questo periodo per evitare che si paghino i parcheggi così cari”.
Sembra reggere invece Fresh e Nenés di Noemi Nespeca, a ridosso di Piazza del Popolo: “Fino ad un anno fa posso dire che le cose andavano avanti regolari, quest’anno accusiamo una piccola flessione ma non siamo alla tragedia – afferma simpaticamente – Forse anche grazie al particolare tipo di prodotti che vendo: profumi e saponi adatti al classico pensiero di Natale, senza un impegno eccessivo”.
Poco distante, nella Libreria La Nuova Editrice, gli addetti alla vendita ci dicono che “la crisi si sente, anche se il libro è ancora un oggetto che viene regalato con piacere”. Tra i più venduti, ovviamente, quelli più pubblicizzati in televisione: Forattini, Littizzetto, Vespa.
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purtroppo l’apertura di numerosi centri commerciale ha fatto terra bruciata di utto il piccolo commercio.poi la crisi e le tasse hanno fatto il resto.le 50 euro che uno spende alla coop non rimangono in zona ma vanno nelle casse della sede centrale a bologna o a milano.non c’e storia l’unica soluzione e boicottare i centri commerciali.
Non sono d’accordo nel dare la colpa esclusivamente ai centri commerciali se alcuni piccoli commercianti hanno dovuto chiudere bottega, molti invece non si sono pianti addosso e migliorando la loro offerta non hanno chiuso. Del resto i tutto il mondo il commercio è andato in quella direzione e i grandi centri commerciali sono nati ovunque. Ricordo che anni fa quando aprì il centro a Colonnella c’era chi addirittura partiva da Ascoli o dalla costa per spendere in Abruzzo e qualcuno ancora lo fa (alla faccia del costo carburante), incredibile! C’è da dire che hanno anche prodotto lavoro, vista la gran quantità di persone assunte, senza calcolare l’indotto. Oltretutto per noi consumatori è aumentata l’offerta e la qualità con la possibilità di risparmio dovuta alla aumentata concorrenza. Sono d’accordo sul tuo discorso di dove spenderli, io personalmente spendo solo ed esclusivamente in Ascoli, al massimo all’Oasi,
“Il Comune dovrebbe intervenire almeno in questo periodo per evitare che si paghino i parcheggi così cari”. Mi risulta che le tariffe dei parcheggi dal 15 dicembre al 6 gennaio siano dimezzate…