ASCOLI PICENO – Non si placano le polemiche sulla sciarpa con la croce celtica indossata allo stadio dall’assessore alla Cultura Andrea Maria Antonini durante Ascoli-Frosinone. L’Anpi Ascoli (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), dopo averne chiesto le dimissioni, ora arriva a chiedere, nel caso queste non arrivino, la rimozione della dicitura “Medaglia d’oro al valore militare per attività partigiana” dai gonfaloni del Comune di Ascoli e della Provincia di Ascoli.

L’Anpi si dice “esterefatta per la leggerezza con la quale si vorrebbe sdoganare il vergognoso comportamento di un indegno rappresentante di una Provincia decorata con Medaglia d’Oro per attività Partigiana“.
L’Anpi cita dichiarazioni di Celani, presidente della Provincia (“Ma quali dimissioni, non scherziamo”): “Noi dell’Anpi non scherziamo mai quando si oltraggiano i nostri Partigiani, la nostra Resistenza, la nostra Democrazia e la nostra Costituzione”.

“Si tratta di una polemica strumentale, Antonini è uno dei migliori assessori del territorio, per lui parlano i fatti e l’onestà”: così arringa l’Avvocato Sindaco Castelli. E l’Anpi commenta: “Della validità di Antonini come assessore e della sua onestà non vogliamo parlare: sono chiacchiere da bar. Invece ci sembra strumentale proprio l’aggirarsi per gli spalti della curva sud con sciarpa e croce celtica intorno al collo in cerca di voti e per ribadire ai propri elettori che è uno di loro; se lo ricordino a primavera”.

“Domenica allo stadio, come molti, ho indossato una delle tante sciarpe che da 40 anni identifica l’appartenenza alla curva” ricorda l’Anpi citando Antonini, e quindi commenta: “Una pezza molto peggio del buco, identificando la tifoseria ascolana come tifoseria nazifascista che usa normalmente simboli nazifascisti, facendolo da 40 anni e infischiandosene di quanto stabilito e sancito dalla Legge Mancino” la quale, oltre a sanzioni penali, “vieta l’accesso ai luoghi dove si svolgono competizioni agonistiche alle persone che vi si recano con emblemi o simboli” di richiamo al nazifascismo. “Il contravventore è punito con l’arresto da tre mesi ad un anno” scrive l’Anpi. Ma non finisce qui: “Commette reato chiunque indossi una maglietta con l’immagine del Duce o altri simboli richiamanti il regime fascista se si trova nel corso di una manifestazione sportiva. Il nostalgico non può, quindi, esternare il proprio “credo” politico neanche per gioco, come ironizzava Celani”.
“A dirlo è una recentissima sentenza della Cassazione (sent. n. 39860/2013) che ha condannato, per violazione della legge Mancino, un tifoso di hockey a pagare una ammenda di 2.280 euro per aver indossato, allo stadio una maglia con stampato il volto di Mussolini” fa notare l’Anpi.

“Ricorda la Cassazione che indossare una maglietta o altro capo di abbigliamento richiamante motti, scritte o simbologia del partito fascista integra un reato, e ciò a prescindere sia dall’intenzione di discriminare ed offendere l’altrui dignità, sia dall’appartenenza ad eventuali gruppi nazionalisti – continua la nota – Il reato sussiste per il solo fatto di trovarsi in luoghi di svolgimento di manifestazioni agonistiche”.

Le ricadute, secondo l’Anpi, rischiano di colpire anche l’Ascoli Calcio: “Il Giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha inflitto un’ammenda di 11.500 euro alla Lazio dopo l’esposizione della croce celtica avvenuta nel corso di Lazio-Livorno. Nelle motivazioni, il Giudice spiega l’ammenda così: ”per avere suoi sostenitori, al 35′ del primo tempo, esposto, per breve lasso di tempo, una bandiera con croce celtica, emblema incitante alla violenza (art. 11 commi 2 e 5 Codice Giustizia Sportiva). La stessa Uefa dà battaglia su due fronti: il fair play finanziario e il razzismo non tollerando i “buu” negli stadi e i simboli di discriminazione razziale. Sono previste sanzioni durissime: dalle porte chiuse alla sconfitta a tavolino. Tanto che il massimo organismo europeo, in collaborazione con il “Fare” (Football Against Racism in Europe) ha fatto pervenire a tutte le Federazioni europee un elenco. In questo elenco ci sono tutti i simboli razzisti che non possono assolutamente essere portati in uno stadio e, in prima pagina, campeggia proprio una croce celtica“.

“Noi dell’Anpi non scherziamo mai quando si oltraggiano i nostri Partigiani e non dovreste scherzare nemmeno voi Istituzioni su queste cose. Voi rappresentate Provincia e Comune di Ascoli Piceno entrambi decorati di Medaglia d’Oro per Attività Partigiana e come tali avete il sacrosanto dovere di difendere quelle Medaglie che rappresentano la nostra Democrazia, la nostra Libertà e la nostra Costituzione da qualsiasi tipo di attacco e di minaccia, soprattutto quando questi arrivano da chi queste Istituzioni rappresenta” si legge.

Durissima la chiusura: “Ribadiamo e chiediamo nuovamente e fortemente le dimissioni dell’Assessore Provinciale alla Cultura Andrea Maria Antonini. Se ciò non dovesse avvenire, sfilate dai vostri Gonfaloni quelle Medaglie che non volete difendere e che non meritano di essere oltraggiate dal vostro comportamento. Vorrà dire che voi vi terrete il vostro Assessore e noi ci riprenderemo il nostro 25 Aprile, il nostro 3 Ottobre e il nostro 18 Giugno: ci riprenderemo San Marco“.


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