ASCOLI PICENO La Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, nell’ambito dell’attuazione di uno dei consueti servizi di controllo economico del territorio – finalizzato, nella specifica circostanza, all’identificazione dei conduttori delle autovetture di lusso ai fini dei successivi riscontri sulle  effettive espressioni della capacità contributiva – ha fermato nella serata di ieri sera lungo il confine teramano una prestigiosa Audi A8 con targa straniera.

Alla guida della lussuosa autovettura le Fiamme Gialle hanno trovato un ventottenne albanese in compagnia di altri due connazionali di ventiquattro e diciassette anni, tutti  domiciliati a Sant’Egidio alla Vibrata (Te) e dall’aspetto non in linea alle caratteristiche dell’autovettura condotta nell’occasione, risultata peraltro di proprietà dello stesso conducente, all’interno della quale facevano bella mostra 6 telefoni cellulari “smartphone” di ultima generazione in uso ai tre; tanto è bastato per insospettire i militari del Nucleo di Polizia Tributaria, i quali hanno quindi promosso un immediato approfondimento presso l’Anagrafe tributaria, rilevando i canonici indici di sostanziali discrasie sia per quanto attiene alle possibilità di acquisto di un’autovettura di tale livello – di 4.000 cc di cilindrata, dotata di trazione integrale e, altresì, di ogni optional, ivi compresi i rinforzi, estesi anche ai vetri opportunamente oscurati – sia per quanto di strettamente connesso al relativo uso.

Nonostante i tre albanesi continuassero a mantenere quella “freddezza” tipica di chi non ha nulla da nascondere o da temere, sono stati troppi – ed anche troppo evidenti – gli indizi che hanno determinato la necessità di procedere ad approfondimenti immediati e più circostanziati, tra i quali anche quello relativo alla verifica sulla conformità della stessa autovettura, recante infatti una targa di un Paese straniero diverso da quello di origine dei tre viaggiatori.

A tradire questi ultimi è stata una semplice vite di tenuta delle cinture di sicurezza posteriori, notata nel corso dell’ispezione dell’autoveicolo, che ha destato sospetti in quanto palesemente riposizionata mediante un fissaggio diverso da quello originario “di fabbrica”, tale da lasciar presupporre un recente smontaggio dell’intero schienale del sedile posteriore; a dare una decisiva conferma sulla concretezza del sospetto degli investigatori sono state le Fiamme Gialle “a quattro zampe” Ughel e Pacat che, ancora una volta, con il loro infallibile fiuto, non hanno mancato di concretizzare l’impegno delle unità cinofile del Corpo in servizio presso la Compagnia di San Benedetto del Tronto.

Entrambi i cani antidroga hanno infatti indicato con immediatezza il preciso punto verso cui insistere nelle ricerche, che si sono concluse con il ritrovamento, all’interno di due intercapedini ubicate nella struttura metallica di sostegno dei sedili posteriori, di due importanti fonti di prova di una consistente attività di spaccio, rappresentate la prima da quattro mazzette di contanti per 43.000 euro e la seconda da tre confezioni contenenti 2.308 grammi di cocaina pura che, una volta tagliata e spacciata al minuto, avrebbe fruttato circa 700.000 euro.

Per le responsabilità in ordine alla violazione dell’art. 73 “Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope” del D.P.R. n. 309/90, i due maggiorenni sono stati pertanto tratti in arresto e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre il minorenne è stato deferito a piede libero.

L’attività del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno è ora rivolta verso più fronti, dall’individuazione dei canali di approvvigionamento della sostanza stupefacente a quella dei soggetti che l’hanno in precedenza acquistata e, altresì, di quelli ulteriori che, non lo si può escludere, costituiscono l’insieme di un’aggregazione criminale che, per l’alto profilo discendente dalla disponibilità di ingenti quantitativi di cocaina e di denaro contante, potrebbe vantare ramificazioni e connivenze di significativa rilevanza.


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