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ASCOLI PICENO – Scompaginare le carte. Certamente l’intento di Emidio Mandozzi, “antifascista della prima ora” come lui stesso si definisce, è sincero: fatto sta che la sua posizione sulla vicenda del dipinto di Aldo Castelli raffigurante il Duce, appunto, “scompagina le carte”, perché controcorrente rispetto alle posizioni della sua parte politica.

“Ero presente, insieme ad altri docenti della provincia, al ripristino dell’opera nell’aula magna – spiega Mandozzi, che attualmente è vicepreside in un istituto superiore – Credo che le polemiche siano state eccessive perché ci si è concentrati sulla figura di Mussolini e non sul valore e sul recupero dell’opera d’arte in sé. Anche se ovviamente sono d’accordo col preside Arturo Verna, di aver tolto il dipinto da dove era stato collocato, per evitare polemiche e conflittualità sociale tra studenti e non solo”.

Mandozzi ricostruisce anche la vicenda storica del dipinto di Aldo Castelli: “Realizzato nel 1937, probabilmente in vista della riforma Bottai, che consentiva anche ai diplomati degli istituti tecnici di frequentare l’Università; ad ogni modo è rimasto nell’aula magna fino al 1975, quando, per alcuni lavori di ammodernamento interni all’istituto, fu spostato e da quel momento è iniziata una strana peripezia del dipinto, diviso in due parti, di cui sembra che una venne trafugata o comunque finì nelle mani di un antiquario ascolano e poi in quelle di un residente di Comunanza”. Una volta ritornata in mani pubbliche, “ecco che si è scelto di rimetterla al posto dove è sempre stata: forse si poteva decidere di metterla in un museo o nella pinacoteca, ma credo che le polemiche sarebbero state identiche. Reputo però ingiuste le critiche nei confronti del dirigente scolastico”.

Eppure la posizione di Mandozzi è differente rispetto a quella presa da altri del Partito Democratico, come i Giovani Democratici e il capogruppo consiliare di Ascoli Stefano Corradetti: “Penso che vi sia stato un abbaglio, perché si è dato un giudizio negativo su campi che non c’entrano nulla con quello politico, e mi riferisco al valore artistico del dipinto. La storia va letta, e non distrutta”. E quindi, quasi un rimbrotto da politico più esperto rispetto ai giovani del Pd che sono intervenuti: “Prima di fare certe reazioni dobbiamo essere più precisi e professionali, poi, una volta appurata per bene la situazione, possiamo fare tutte le battaglie che vogliamo, io certo non mi tiro indietro”.


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